Scienza politica o
letteratura?
Gli italiani possono essere incolpati di qualunque
misfatto, ma ritenerli incapaci di ponderare la scelta dell'inquilino di Palazzo Chigi è decisamente ingeneroso. E’ vero, in 65 anni non abbiamo azzeccato un solo
Premier che non sia entrato papa e uscito cardinale, che non sia entrato
senatore a vita come Monti e uscito suonato per l'eternità, o che non sia entrato galantuomo e uscito gaglioffo come Berlusconi: ma è davvero tutto imputabile al singolo Premier o alla scienza politica?
Per caricarlo di maggiore autorevolezza, prima di consegnargli
le chiavi, (e con la certezza che ci avrebbe restituito l’Italia rivoltata come un calzino) abbiamo promosso il prof. Mario Monti “senatore a vita”. Bene! anzi male: ce lo
hanno restituito “suonato”, per la quantità di danni che è riuscito a
totalizzare nel tempo record di dodici mesi e per la quantità di consenso e prestigio internazionale che s'è fumato.
Insomma, abbiamo un Palazzo del Governo di tutto
rispetto, ma non abbiamo azzeccato un solo professore, un
accademico, uno scienziato, una testa d’uovo, o almeno un politico professionista capace di governare insieme Italia
e italiani.
Se da vivo avesse potuto gettare uno sguardo sulla
nostra scombinata democrazia, il grande scrittore francese Paul Valery, ci avrebbe suggerito come
Premier un letterato e mai uno scienziato: posto che “la Scienza è soltanto
l’insieme delle ricette che riescono sempre”. Mentre quelle italiane che riescono qua ma
non là, oggi ma non domani, ai tiranni ma non agli onorevoli, sono letteratura
di infimo ordine.
Quindi il ricettario di politica economica di Palazzo
Chigi, pieno zeppo di “ricette” mai riuscite, mal riuscite o che mai
riusciranno; va strappato dalle mani degli scienziati e consegnato agli
scrittori di fantascienza, che a giudicare dalle condizioni italiane, certo ne capiscono di più.
Non è possibile governare un popolo, dove il
consolidamento di un potere pubblico si ottiene governando male, o fingendo di
governare come Bersani, o illudendosi di riuscirci come Berlusconi, o rifiutandosi, per guadagnare consensi a palate come
Grillo.
Dove le leggi che aiuterebbero il popolo a vivere
vengono abrogate anche di notte, mentre i privilegi per la casta, i rimborsi
elettorali, i premi di maggioranza sfacciatamente incostituzionali, e la
porcata planetaria del “Porcellum” restano immutabili. Alla faccia di quel fesso di Pantalone che paga tutto a piè di lista.
Che cosa si può fare di buono in un sistema sociale
dove un cittadino che non esercita correttamente un suo diritto, rischia di
perderlo, o che lo acquisisca un altro al posto suo; mentre gli uomini di Stato,
singolarmente o collegialmente hanno il doppio potere: di governare il popolo, o
i caxxi propri, e nessuno che possa fare in loro vece ciò che hanno il potere
di fare male o non fare.
A cosa servono il potere legislativo, esecutivo e
giurisdizionale, se sono indipendenti e autonomi e nessuno di loro può interferire o
impedire l’abuso di potere di un altro?
Senza un potere gerarchicamente
superiore legittimato a mettere riparo alle mostruosità politiche, burocratiche
e giudiziarie italiane, a che serve un Presidente della Repubblica che non può imporre
al Parlamento di cambiare la legge elettorale o cambiarla lui? A che serve un
Presidente del CSM che deve osservare in silenzio le mostruosità della
giustizia penale che riduce al suicidio i Tortora, o peggio quella tributaria,
che stermina da decenni milioni di imprenditori, e se osa aprire bocca rischia un
linciaggio mediatico?
Insomma, Valery ci ha azzeccato in pieno. Nell’Italia
dei comici e dei demagoghi, dei professori, dottori, direttori e presidenti del
calibro di Bersani, Berlusconi, Monti e Grillo, si può importare con successo
qualunque porcheria letteraria dall’altro capo del mondo; ma della ricetta scientifica
della Merkel, i nostri fanta-scienziati non saprebbero proprio che farsene.
Ma un Presidente della Republica che potesse disfarsi della carica formale di Presidente del CSM, per acquisire quella sostanziale di Presidente della Corte Costituzionale, in modo da negare l'approvazione di nuove leggi truffa e dichiarare incostituzionali tutte le vecchie, che calpestando la migliore Costituzione del mondo hanno distrutto in un colpo solo l'Italia e gli italiani, riporterebbe la nostra politica nell'alveo naturale della scienza.
Ma un Presidente della Republica che potesse disfarsi della carica formale di Presidente del CSM, per acquisire quella sostanziale di Presidente della Corte Costituzionale, in modo da negare l'approvazione di nuove leggi truffa e dichiarare incostituzionali tutte le vecchie, che calpestando la migliore Costituzione del mondo hanno distrutto in un colpo solo l'Italia e gli italiani, riporterebbe la nostra politica nell'alveo naturale della scienza.
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