la tomba della democrazia
Ogni popolo balla da 25 secoli sulla tomba della sua
democrazia, illudendosi di festeggiarne la rinascita ad ogni passaggio
elettorale; ma ahinoi questa gli corre davanti inafferrabile come un miraggio.
E temo che si sia arrivati a tanto, perché agli Stati
democratici presunti di diritto si sono paralizzate due gambe su tre. La gamba
della competizione partitica elettorale legislativa corre a razzo, mentre la
gamba di governo e quella giudiziaria, (che avrebbero dovuto puntare con
assoluta terzietà al bene comune, non agli interessi di bottega) si sono
anchilosate, per lo strapotere mafioso e totalizzante dei partiti.
E’ verissimo che non c’è democrazia senza partiti. Ma
è altrettanto vero che lo Stato di diritto non vede mai la luce, se l’influenza
partitica indispensabile in campagna elettorale, continua a proiettare la sua
ombra demagogica e mafiosa anche sul potere esecutivo e giudiziario,
vanificandone la funzione.
Un politico che conduce una campagna elettorale
rabbiosa contro gli avversari candidati come lui a governare, se
risulta vincitore deve affrettarsi a dialogare con tutti i partiti perdenti,
perché si assumerà l’obbligo di governare l’intero popolo: chi ha votato lui e
chi ha votato i suoi avversari. Ma puntualmente, il veleno seminato ad arte in
campagna elettorale per accoppare gli avversari, continua, (con la complicità
dei media) a fare vittime inquinando il potere esecutivo e giudiziario per
l’intera legislatura, alla faccia del bene comune.
Insomma, mettere in moto una campagna elettorale
faziosa è alla portata di qualunque scemo di paese, ma a fine campagna, passare
dalla faziosità alla verità, per non inquinare e paralizzare il governo e la
magistratura, è un lavoro da padreterni sconosciuto a noi poveri umani.
Il vincitore che si aspetta l'incarico a governare dal
Presidente della Repubblica, non si affretta a spegnere o rallentare la sua
personale macchina del fango elettorale, (forse perchè il controllo gli è stato
scippato dai media?) chiamare intorno ad un tavolo i suoi avversari per
discutere civilmente di come governare il Paese, ma fa come quel cretino che
aveva urgente bisogno della bicicletta di sua cognata che abitava nella casa
accanto, ma pretendeva che dovesse essere quella che lui definiva “la puttana
di mia cognata” ad offrirgliela, e non lui a chiederla con garbo, sapendo bene
che quella era una donna onesta, proprio perché alle sue avances aveva
resistito.
Risposta ad un lettore
Chi
si illude che gli elettori italiani portati all’esasperazione dalla crisi,
rispondano (fra sei mesi o un anno) con un consenso plebiscitario del 60% e
passa a favore di un solo partito, per risolversi il problema economico,
eternamente irrisolto, ha fatto i conti senza l’oste.
Sessantacinque anni di istruzione, sia pure di
pessima qualità, hanno dato al popolo italiano gli strumenti, non per
scegliersi i migliori rappresentanti politici, ma per diversificare a tal punto
la scelta, da non dare mai la maggioranza assoluta dei consensi ad un solo partito.
Quindi il popolo italiano non vuole essere più
governato da un solo premier e un solo partito, ma da un “GOVERNO CONDOMINIALE”
con più partiti rassegnati a governare nell’interesse del Paese.
Insomma, una riedizione alla luce del sole del vecchio
CONSOCIATIVISMO MA IN FUNZIONE DEL BENE COMUNE anzichè della mafia partitica
come nella Prima Repubblica.
Perciò temo che il movimento di Grillo abbia già
sfruttato la fase ascendente, e se non saprà muoversi da “COGOVERNATORE” in
questa legislatura, dialogando alla pari con Bersani, Berlusconi e Monti, alle
prossime avrà un calo spaventoso.
L’epoca dei consensi plebiscitari alla Mussolini e
Hitler e dei poteri assoluti è finita. Prima lo capiremo tutti e meglio sarà.
La legge sul premio di maggioranza stravolge le scelte
degli elettori italiani che vogliono Palazzo Chigi trasformato in condominio
per i COGOVERNATORI di PD-PDL-M5S e magari pure Monti.
Perchè si sono rotti i “gioielli di famiglia” a
sentirsi ripetere ogni elezione, che l’Italia va a fondo perchè è un Paese
ingovernabile, non avendo espresso una maggioranza schiacciante e chiara per
poter consegnare ad un solo finto premier le chiavi di un finto governo a
default garantito.
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