Governanti a
loro insaputa
L’intera classe dirigente italiana fissata da venti
anni col “farabutto” Berlusconi non si accorge che il problema è un altro. Nel
mercato globale, le nazioni povere producono, inducendo in quelle ricche che
falliscono, un tale groviglio di problemi socio economici che politici e
giudici non sono più in grado di governare con leggi e sentenze che tengano le
imprese nel guardrail della competitività e produttività, e non le mandino fuori strada,
generando una carneficina di falliti e disoccupati.
Legislatori e giudici non riescono più ad adeguare
tempestivamente l’ordinamento giuridico e giudiziario ai cambiamenti fulminanti
del mercato globale, almeno per conservare la produttività delle grosse imprese
nazionali, e non indurle a delocalizzare.
Posto che la normalità italiana è caricare le piccole
imprese di costi e incombenze antieconomiche che le riducono alla fame,
istigando gli imprenditori a delinquere, truffare, rubare, evadere ne
l’illusione di tornare alla legalità il mese o l’anno successivo, quando lo
sviluppo scaccerà la recessione, (campa cavallo!!!!) e finendo puntualmente
falliti, in galera o suicidi, perché in Italia, non c’è niente di più stabile
della recessione.
Nel mercato globale, anche il venditore di bruscolini
è tenuto a rispettare le leggi del libero mercato se ha voglia di esistere
produttivamente. Ma se le leggi nazionali antieconomiche gli impediscono di
essere competitivo, imponendogli costi di produzione e tassazione dei profitti
(anzi delle perdite) anche cento o mille volte superiore, lo istigano
all’evasione fiscale, o letteralmente a delinquere, nell'illusione di evitarsi
il fallimento o il suicidio.
Naturalmente, le multinazionali con la valigia della
delocalizzazione già preparata, reagiscono alle leggi e alle sentenze nazionali
che sono in antitesi con il libero mercato, cambiando aria, come ha fatto la
Fiat & C.
Quindi, i politici e i giudici italiani, stanno usando
Berlusconi da paravento per impedirci di vedere che i problemi economici
nazionali da suicidio per lavoratori, disoccupati e piccole imprese, con lui
non centrano una mazza.
Centra invece la lentezza dei governanti (Berlusconi
compreso) nel prendere atto dei problemi tipo Telecom, Ilva, Alitalia, senza
aspettare l'emergenza per legiferare; o rassegnarsi da giudice ad applicare leggi
che sono la malattia spacciata per cura: o da burocrate scaricando il groviglio
di costi e furti pubblici sulle piccole imprese che non sono in grado di
sostenerli, mentre le grandi li affrontano avendo con lo Stato rapporti a due
mani: prendono dieci di sovvenzioni ed esenzioni con una mano e versano cinque
di tasse con l’altra, salvo poi a delocalizzare quando lo Stato smette di dare.
E’ tutta qua la politica economica oculata dell'intero Occidente ex ricco.
Insomma, l’economia globalizzata sta minando la pace
sociale delle “ex
potenze mondiali”, dove politici e giudici sono in grado di fingere di
governare la classe dipendente indebitando lo Stato, ma non la mostruosa
complessità del mercato globale, che spinge le economie nazionali, ricche solo
di costi e furti pubblici, al default e gli imprenditori e dipendenti privati al
macello.
In Italia si sono inventati Berlusconi come paravento
numero uno, per occultare alla gente che il vero problema è il costo
stratosferico dello Stato. Berlusconi ha tentato di mettere a dieta la balena
pubblica, ma come un “pinocchio” c’è finito nella sua pancia con tutte le scarpe, e a
seguire papà “geppetto”,
il suo elettorato che da venti anni lo legittima a governare, pagando salato i
danneggiamenti reciproci di questo bipolarismo da manicomio.
A destra e a sinistra si ostinano a non vedere che il
problema degli Stati ricchi d’Europa e America non è la politica ladra, ma il
PIL in caduta verticale. Negli Stati poveri del mondo, fare profitti è una
passeggiata, perché costa cinquanta o cento volte meno. E non c’è politica e
giustizia che possa reggere alla guerra della competitività orientale, dove
producono tutti e rubano pochi, a differenza dell’Italia che ha nel furto
l'unica fonte di sostentamento.
Perciò, che Dio salvi l’Italia, da chi combatte per
arrivare al potere, senza aver capito che alle leggi ghigliottina del mercato
globale non si sfugge; e la politica (di destra e sinistra) che mette
all’ingrasso lo Stato con tasse crescenti, generando una carneficina di falliti
e disoccupati, diventa suo malgrado complice di ricchi e banchieri e assassina
di poveri.
Curare con la giusta politica e giustizia la bulimia
pubblica per frenare l’anoressia privata è un lavoro da padreterni. Ma solo
imponendo allo Stato una graduale e sostenibile dieta dimagrante, si può
liberare il popolo da mezzo secolo di rapine tributarie, che ormai lo hanno
portato a un passo dalla guerra civile.
E chi non credesse ancora che tutto l’Occidente
exricco è in serie difficoltà economiche; con queste parole di Obama: (Corriere
della sera 30/9/13) sa come è messa in questo momento anche l’America.
“Se il Congresso sceglierà di chiudere il governo»
lasciando scattare lo shutdown ci sarà un «impatto immediatamente su tutta
l'economia, il peggiore dalla seconda guerra mondiale». Obama fa sentire la sua
voce sul rischio shutdown, che in caso di mancato accordo fra repubblicani e
democratici sul bilancio provvisorio scatterà alla mezzanotte americana (le 6
di mattina in Italia)”.
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