Attenti alle “bombe lemmiche”
Se
le “bombe d’acqua” hanno una loro potenzialità devastativa che
nessuno sottovaluta; i “nubifragi di parole senza senso” che via
media si abbattono h24 sui poveri cervelli degli italiani non sono meno
devastanti, perché impediscono a tutti noi, governanti e governati di vedere
dove siamo e dove sarebbe giusto che andassimo; posto che la bellissima via del
comunismo, crollata un quarto di secolo fa, ha abbandonato nella disperazione,
senza lavoro e soldi mezza umanità.
Ma
la nebbia creata dalle "parole
che piacciono", diceva un tale, ancora induce i popoli a credere
nella bellissima utopia del comunismo, invece di cercare scampo nello Stato
liberale, che è certamente pieno di malanni, ma sono tutti curabili. E ha la
ruota di scorta essendo composto da due sistemi economici e due datori di
lavoro: quello pubblico e quello privato.
Allora,
ciò che rimane oscuro nei sistemi liberisti, è capire se la politica è capace
di curare il sistema economico aiutando la competitività e produttività degli
imprenditori, o solo tenendo in buona salute e funzionanti le istituzioni.
A
sentire le teste d'uovo, “l’economia va tanto meglio, quanto meno i
politici ci mettono le mani”. Significa che gli imprenditori hanno
capacità terapeutiche autonome; e la politica può occuparsi del mercato solo
indirettamente, liberando il datore di lavoro pubblico, cioè la pubblica
amministrazione, lo Stato, da sprechi e furti, ladri e parassiti, corrotti e
mafiosi che vi sguazzano dentro da secoli e per secoli a spese degli
imprenditori e lavoratori privati onesti.
Che
per essere competitivi, produttivi e contributivi, non hanno bisogno di denaro
pubblico elargito dalla politica; posto che la politica promette alle imprese
bisognose aiuti futuri per 10, ma parte a l’attacco tassando subito quelle
stesse imprese in difficoltà per 100, fino a farle fallire.
E
quando le imprese chiudono o falliscono a grappoli come adesso, migliaia ogni
giorno, ingrassando l’esercito dei disoccupati, la politica si sente
legittimata ad intervenire fingendo aiuti miracolosi e cucendo toppe peggiori
del buco che sé stessa ha generato.
Invece
la vera politica liberale, non è quella che mette a l’ingrasso l’economia privata
quando (come ora) sembra anoressica; ma quella che mette a dieta lo Stato
elefantiaco, spendaccione e ladrone, che la schiaccia, che succhia il sangue ai
piccoli imprenditori rassegnandoli al suicidio.
Quindi,
senza "le bombe
lemmiche" sganciate
dai media, che ci avvolgono in una nebbia di chiacchiere e ci impediscono di
vedere, non avremmo difficoltà a capire che l'unica politica che aiuta
l’economia privata in difficoltà, è quella che rende meno obeso lo Stato.
Perché quella che tassa i piccoli imprenditori, per ingrassare le
multinazionali e indurle a non fuggire, è politica idiota, posto che quelle
incassano e scappano (vedi Fiat).
La
ricchezza privata, che via tasse transita per lo Stato, ha l’effetto della
medicina scaduta: più che a passare, aiuta i popoli a trapassare. Perciò, solo
quella produttiva di valore aggiunto è degna di dirsi POLITICA. Ma quella con la "spending
review" abortita al
concepimento, la spesa, gli sprechi e i furti fuori controllo, sarà pure
politica di nome, ma è rapina di fatto.
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