I cacasenno come i bravi di Don Rodrigo
Un popolo che "pensa" come "fare" per rendere compatibile e produttivo il
proprio sistema sociale, nel contesto mondiale che ne ospita almeno altri 200,
è di sicuro un popolo intelligente. Ma uno che pensa come distruggere persino
l’immenso lavoro che ne verrebbe conservando in buona salute il giardinetto di
casa propria, ha nel mondo della cultura e nella classe dirigente pubblica e
privata, un allagamento di borseggiatori e tracce di pensatori.
E siccome si vive solo facendo
bene, dopo aver pensato bene: fingere di pensare per l’intera vita, consumando
la ricchezza prodotta da altri, senza generare tre soldi di valore aggiunto,
serve solo a garantire piena occupazione parassita agli intellettuali e piena
disoccupazione, disperazione ed esodi biblici ai lavoratori.
Alle fiumane di individui capaci
di vivere solo facendo, ma che gli viene impedito in un mondo dove il denaro è
fagocitato dai “cacasenno”, che ai pochi manovali
occupati garantiscono solo sfruttamento e alla stragrande maggioranza “il
rogo della disoccupazione” avrebbe detto oggi Don Milani.
Pianificare la produttività dei
popoli, è stato, ne l’ultimo secolo, un rompicapo “intellettuale” per il mezzo
mondo comunista che poi è miseramente fallito.
Ma la lezione non è servita ai
popoli liberali, che forti di eserciti di economisti, finanzieri e fiscalisti,
che succhiano ricchezza come vampiri, da giugulari pubbliche e private, ancora
si dedicano con passione a fingere di pianificare e incentivare lo sviluppo
privato “impiccando imprenditori e licenziando operai” e a
fingere di contenere il debito pubblico continuando a farlo esplodere per
decenni a colpi di privilegi, corruzioni e appalti truccati, innescando interi
lustri di recessione e stagnazione, e succhiandosi il Mondo e l’Umanità come un
osso buco.
Quando vedete in giro gente col
colletto bianco, la cravatta, il telefono in una mano e la borsa ne l’altra,
scendere da un SUV luccicante come la porta di un bordello, con autista e
segretaria al seguito, grattatevi come al passaggio di un carro funebre, perché
trattasi di “pensatori, professionisti, affaristi o burocrati ultima
generazione”, che non sono impegnati a pensare la funzionalità e
compatibilità globale dei sistemi Stato, grazie al lavoro onesto dei popoli, ma
lo sfruttamento intensivo di tutto ciò che è trasformabile in ricchezza per sé
e morte per gli altri.
I geni del mondo della cultura
che pensano di normalizzare l’Umanità combattendo “diversità e
disuguaglianza”, non hanno capito che nel Creato quelle sono soluzioni,
non problemi. Anche là ci sono Troike, Bildemberg, Fondi Monetari, Banche
Mondiali e strozzini di tutte le razze: si chiamano predatori e mangiano prede.
Ma ognuno di loro “rende utilità ambientale per quanto mangia”.
Il predatore mangia miliardi di
volte più della preda, ma produce altrettanta utilità, in modo da non attentare
mai alla buona salute del Pianeta. Tanto è, che nessuno ha mai considerato il
leone insanguinato (mentre squarta e divora la preda), al pari di un banchiere
strozzino. Il leone mangia miliardi di volte più della formica, ma pur
considerandolo Re del Creato, non pensiamo mai che sia giusto passargli la
testa nella ghigliottina come un Re Luigi XVI e consorte.
Invece noi europei e italiani in
primis abbiamo individuato nella Troika e nella Merkel, i due nemici da cui
difenderci uscendo dalla UE. Ma quelli sono falsi problemi. Il vero rompicapo,
è che “i nostri leoni della cultura mangiano troppa ricchezza altrui senza
produrre equivalente utilità, né per le banche, né per le imprese, né per
lo Stato”, fino ad impedire persino l’occupazione alle “formiche
del fare”, a cui non resta che rubare o emigrare.
Tutto ciò non può che produrre
fallimenti privati, indebitamenti pubblici e banchieri vampiri, che trovando ne
l’economia privata solo sofferenza finanziaria e perdita continua di interessi
e capitali, tentano di rimanere in vita comprando a strozzo debiti sovrani, ma
è come se curassero il tumore al cervello col lavaggio dei piedi; posto che è
l’economia pubblica finanziata dal fisco ad allattarsi alla privata, salvo che
quella non resiste mai alla tentazione di svenare i contribuenti invece di
mungerli.
Perciò il mondo non si risana
impedendo ai banchieri di sfruttare l’economia mondiale, ai predatori di
nutrirsi di prede. Perché i sistemi sociali restano in vita se il mondo della
finanza trova convenienza a finanziare le imprese, che sfruttando pensatori e
lavoratori producono profitto per sé, salari per i lavoratori, interessi per le
banche e tasse per lo Stato. Ma se intellettuali ed economisti sanno
organizzare a regola d’arte solo fallimenti, truffe, bancherotte e corruzioni
intensive: "crolli e funerali economici", non c’è Troika
e Merkel che possano tenere in vita in eterno la UE.
Non esiste potere politico o
finanziario che possa accrescere i neuroni agli “ercolini ladri
miliardari della burocrazia e professioni assortite”. Nessuno si
accorge che l’economia privata non sta morendo di usura o di rapina fiscale, ma
di mancato finanziamento, e quindi di mancato sfruttamento della forza lavoro,
perché allo Stato, alle banche e alle imprese, i burocrati costano troppi furti
miliardari, e rendono pochi spiccioli.
I pensatori degni di questo nome
hanno determinato e accompagnato il progresso dell’Umanità per millenni, creando
fiumi di lavoro ai manovali. Ora si stanno impegnando a far morire di
disoccupazione e guerra fra poveri tutto il genere umano, che corre in giro per
il mondo alla disperata ricerca di un lavoro e di un salario che non c'è.
Finché sono stati i banchieri a
tenere banco, lavoro e vita, sia pure povera, non sono mancati a nessuno. Poi
l’intera Umanità è finita allagata dal diluvio universale dei “professionisti
e burocrati cacasenno”, (dei massacratori di cervelli avrebbe detto
Twain) e nel letto matrimoniale capitale-lavoro si sono insinuati a norma di
legge gli “ercolini ladri” della burocrazia e famelici
delle professioni.
Così il grosso imprenditore deve
riciclarsi in sfruttatore criminale, per riuscire a distillare dal lavoro, la
montagna di profitti necessaria a saziare la fame ossessivo compulsiva di
interessi ai banchieri, tasse agli esattori e tangenti ai burocrati, sempre
insufficienti a sfamare intellettuali e professionisti infiltrati da topi nei
poteri dello Stato. E l’unico profitto riservato ai piccoli imprenditori onesti
e illusi, non va oltre la pistola o la fune per suicidarsi.
A difendere i popoli da un
regnante o un dittatore, bastavano e basterebbero le ghigliottine; ma da
milioni e milioni di “cacasenno”, di bravi di Don Rodrigo, che
continuano ad impedire il matrimonio, la convivenza e persino l’armistizio fra capitale
e lavoro, solo Dio potrebbe difenderci, sempre che non avesse altro da fare.
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