lunedì 16 maggio 2016

Produrre o fallire questo è il problema

Produrre o fallire questo è il problema
Se fra le preoccupazioni di noi umani non è mai rientrata, né mai rientrerà quella del rifacimento della "volta celeste", costruita dal Padreterno miliardi di anni fa, con un tale spreco di inossidabili materie prime da renderla forse immortale; non possiamo certo esimerci dal capire in che condizioni versano "i sottostanti 205 cieli appesi a casaccio, denominati Stati”, (gioia dei ricchi e incubo quotidiano dei poveri) sempre a rischio collasso, manco fossero appesi a quattro lacci di scarpe sfilacciati.
E quindi noi italiani, per tentare di capire, dovremmo rivolgerci due domande interconnesse: in questi ultimi sette decenni di democrazia il mondo della cultura ha predisposto il popolo ad auto governarsi da sovrano o da somaro? E lo Stato, con la sua milionaria classe dirigente, si è realmente organizzato da Stato liberale, con la necessità di rendere competitivo e produttivo il popolo, e in aggiunta di proteggerlo dai disonesti, perché Pantalone non finisca rapinato dalla mafia, prima ché tassato dallo Stato, che di tasse vive e senza tasse muore?
E qua la risposta è unica: in Italia ci manca il popolo sovrano, ma pure lo Stato di diritto, perché la lotta (forse finta) fra comunisti e liberali ha impedito e impedisce a chi governa di dare al Paese i connotati dello Stato sociale al servizio dei poveri, più lo Stato liberale al servizio dei ricchi. E quando i poveri si impiccano e i ricchi scappano per non fallire, uno si domanda: ma i nostri comunisti e liberisti, oltre che a tentare di superarsi a vicenda con ideologie demenziali, a che diavolo servono?
Il comunismo è stato ormai declassato dalla storia a ideologia genocida, e magari sarà ancora imbattuto a livello planetario; ma a giudicare da come funziona il liberismo ne l’intero Occidente e nella UE in primis, credo si possa affermare senza paura di smentite, che il comunismo sarà pure imbattibile come ideologia criminale, ma in quanto a demenza, il liberismo attuale non teme confronti.
Marx pensò un sistema Stato comunista autonomo, grazie a l’abolizione della proprietà privata; ma la scarsa produttività sociale portò il mezzo mondo comunista alla bancarotta prima di un secolo. Invece i liberisti hanno pensato un sistema Stato fallito a prescindere, dipendente al 100% dal popolo contribuente, e quindi corroso da evasione tributaria, ruberie, truffe, indebito assistenzialismo, speculazioni, strozzinaggio, mafia, corruzioni dilaganti e recessioni pilotare, perciò ingovernabile soprattutto ora che non esiste più il mercato chiuso, e nella competizione globale, ai danni economici interni si aggiungono quelli mondiali.
E il sistema ibrido italiano comunista liberista è ancora più idiota: è straripante di comunisti “finti mangia padroni” che dovrebbero avere interesse a risanare e conservare ricco lo Stato, ma non riescono ad impedire che i ricchi fuggano prima della visita di Equitalia; né che la classe media venga quotidianamente tassata e ripulita da malfattori pubblici e privati, prima che gli esattori di Equitalia presentino il conto aggiungendo danno a danno.
E il consenso in perenne carestia, induce i politici a ricercarlo ossessivamente offrendo lo Stato spalancato, a parassiti pubblici e privati, ladri, evasori, truffatori, sfruttatori, speculatori, usurai, mafiosi e corruttori professionisti, che lo ripuliscono dai contanti e lo rimpinzano di cambiali.
Ora ditemi voi se per il popolo italiano non è un affare poter disporre al prezzo di uno, di due meravigliose opzioni politiche omicide: morire di comunismo parassita + liberismo demenziale.
Un quarto di secolo fa i russi si sono liberati del comunismo perché hanno capito che era perfetto per reggere alla guerra fredda Russia-America, ma impoverendo e uccidendo solo comunisti.
L’Italia invece ha sposato felicemente il comunismo e gli ha offerto di mangiarsi il Paese, potendo disporre di una razza speciale di cuochi liberisti (unici e soli responsabili dello sfascio italiano): gli imprenditori  illusi e i loro lavoratori ciechi che hanno accettato l’ingrato compito di apparecchiargli la tavola, producendo ogni anno 100 miliardi di interessi passivi per gli strozzini della finanza padroni del debito pubblico italiano; e gli altri 700 per i disservizi della elefantiaca burocrazia comunista di ottimo appetito, insediata pure nelle sottoscale, scantinati, ammezzati e cessi delle istituzioni italiane, come la tenia parassita che divora e uccide il disgraziato che la ospita.

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