Poiché
riguarda otto decimi della popolazione mondiale, e scusatemi l’ottimismo, nessun legislatore
ha mai osato considerare reato la stupidità. Invece, nelle classi dirigenti pubbliche e
private, insaccate di laureati e
masterizzati acefali, si
dovrebbe considerarla reato penale, perché uccide mille volte più della
malversazione, corruzione, concussione, falso in atto pubblico ecc. ecc.
Ma
quei due decimi di intelligenti, pure se realmente tali, (e ri-scusatemi due
volte l’ottimismo se una non basta) non hanno potere, sono sequestrati
dagli otto decimi di stupidi, che in assenza di
legale opposizione (il rapporto numerico così mostruosamente
sbilanciato, non lo ha consentito, non lo consente e non lo consentirà nemmeno
al Padreterno) diventano tiranni inamovibili, impuniti e impunibili.
Tanto
è che in Italia, nel primo mezzo secolo di democrazia, la classe
pseudo “dirigente” aveva
già raso al suolo questo povero Paese, e pure è rimasta ad ultimare il lavoro a
regola d’arte; visto che la corruzione, che riguarda sempre un numero
insignificante di addetti, è stata perseguita penalmente; ma la stupidità che
riguardava e riguarda il grosso della politica, burocrazia e professioni, è
ancora ai posti di combattimento per succhiare ricchezza privata e trasformarla
in proprietà privata, o peggio, servizi pubblici omicidi.
Nello
Stato gli addetti sono tutti liberissimi di comportarsi da stupidi, perché la
stupidità, che nel privato è considerata inadempienza della prestazione
lavorativa, nel pubblico è titolo di merito per una veloce e brillante
carriera, altro che reato!!!
Allora
si capisce chiaramente quale è il tumore mortale delle democrazie:
l’impossibilità che affligge politici, burocrati e giudici intelligenti, di
risanare il sistema, non solo cambiando le leggi e obbligando i cittadini a
rispettarle, ma l’intera classe dirigente pubblica e privata, a tenere in buona
salute il sistema Stato, o quantomeno “mollare la grana indebitamente percepita e levare
il disturbo”.
Insomma,
per scoraggiare la corsa alla carriera di irresponsabile burocrate, non più
definibile “culodipietra”, oggi che timbra o delega altri alla
timbratura e corre a farsi i caxxi propri, il reato di inadempienza per
stupidità dovrebbe essere considerato reato
penale, perché non produce solo danni economici, ma uccide cittadini, distrugge
famiglie, imprese, posti di lavoro, profitti, PIL e tasse per lo Stato.
Allora
è una idiozia colossale che il legislatore non si sia conservato il potere di
obbligare i burocrati e i loro onestissimi compagni di merende delle
professioni, ad assumersi la totale responsabilità del funzionamento dello
Stato, e ancor peggio, che lo abbia tolto pure alla magistratura, visto che
l’operazione ‘’manipulite’’
si abbatté come un uragano azzerando politici e partiti; ma su burocrazia e
professioni, straripante di acefali irresponsabili, passò e passa senza danni
come una innocua brezza primaverile. E nella Capitale ormai non ci arrivano
più manco gli spifferi!
Insomma,
nella democraticissima Italia, dove la quantità vince sulla qualità; la forza
numerica dei burocrati e professionisti responsabili, sopravvissuti a sette
decenni di burotirannia,
è così silenziosa da farci sospettare che ormai anche loro si siano lasciati
prendere prigionieri per sfinimento, avendo smesso persino di
abbaiare alla luna.
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