E' tutto da rifare
La vera causa dei problemi italiani sta nelle leggi
sul lavoro e tributarie che spostando potere dai padroni, ai lavoratori e
pensionati, hanno operato il miracolo dell’arricchimento dell’intero popolo per
mezzo secolo e passa. Ma col passaggio dell’economia, da chiusa a globale,
quella giustizia da equa è diventata iniqua.
La politica consociativa della Prima Repubblica,
artefice del bum economico pre-globalizzazione, non ha saputo, voluto o potuto
riadattare nella Seconda, le vecchie leggi al nuovo mercato, spostando potere
in direzione opposta: dai lavoratori alle imprese, per compensare il calo di
competitività del nostro sistema economico, ed evitare recessioni, fallimenti,
licenziamenti e impoverimenti in massa.
Più le imprese macinano perdite, più vengono caricate
di tasse per garantire ai lavoratori e pensionati pubblici e privati,
continuità o crescita nel livello di benessere acquisito. Tutti hanno pensato
che così il mercato italiano si sarebbe ripulito dalle piccole imprese incapaci
di reggere la concorrenza; invece sono state le grosse e produttive a fuggire
per prime dall’Italia, fino alla storia recente degli imprenditori italiani che
si suicidano, sapendo bene che con l’attuale sistema legislativo, non esiste
giudice che possa aiutare gli imprenditori onesti, senza finire lui stesso in
galera: perché il massacro sindacale e fiscale degli imprenditori, in Italia è
a norma di legge.
I beni o servizi che da noi costano 100, in Cina
costano 10. Quindi la lenta agonia delle imprese italiane che continuano a
subire tasse crescenti per profitti calanti o inesistenti, è sancita dalla
legge. Ad ogni imprenditore onesto in difficoltà servirebbero tre giudici
banditi, che violando per tre successivi gradi di giudizio, le leggi sul lavoro
e tributarie, lo salvassero da sicuro massacro: cosa meno probabile di un sei
al superenalotto.
Perciò gli imprenditori che per decenni hanno avuto
fiducia nella giustizia italiana, ora preferiscono levare il disturbo da sé, ad
una impossibile sentenza che li liberi dalla valanga di tributi che la politica
idiota e la burocrazia menefreghista, irresponsabile o peggio criminale gli
fanno piovere addosso.
Soltanto i lavoratori e pensionati avrebbero i numeri
per consentire alla politica il salvataggio delle imprese italiane, cambiando
le leggi e restituendo agli imprenditori il diritto di fare profitti e pagare
salari e tasse, senza il dovere di concludere una vita onesta e una fede
incrollabile nella giustizia con due metri di corda, dopo aver tentato la via
altrettanto suicida dell’evasione tributaria, nella vana attesa che finisca la
recessione o la bulimia fiscale: la tassazione delle perdite dove non ci sono
profitti.
Ma per i lavoratori e pensionati, questo implicherebbe
un arretramento nei diritti acquisiti: e una cambiale in bianco in tal senso
non l’hanno ancora firmata e non la firmeranno mai per nessuno schieramento
politico, né di destra, né di sinistra.
I governi Berlusconi hanno avuto valanghe di voti dai
lavoratori e pensionati, maggioranze plebiscitarie, ma per pretendere più soldi
per sé e più tasse per le imprese. Quindi hanno costretto Berlusconi a sfasciare,
anche ciò che voleva e poteva risanare.
Ora, nemmeno la sinistra di Bersani ha il consenso per
riportare in equilibrio la giustizia sociale, che così rischia di condannarci
tutti alla distruzione, perchè un mercato fatto solo di arricchimento crescente,
se non l’hanno ancora inventato per le banche che falliscono a grappoli;
si potrà mai garantirlo ai soli lavoratori e pensionati? No, è socialmente
suicida.
L’Italia è ferma da sei anni nella recessione, che per
le imprese significa impoverimento o fallimento, e per troppi imprenditori
anche suicidio. Ma lo Stato e il popolo dei lavoratori e pensionati non sentono
ragione: spremono gli imprenditori come limoni con tasse crescenti fino a farli
fallire. Peccato che dei soldi rubati agli imprenditori, solo le briciole
vengono impiegate per sfamare i poveri, ma il più, va ad ingrassare i ricchi.
Tutti pretendono gran parte dei profitti degli
imprenditori; ma quando la politica economica comincia a regalargli perdite per
anni, il socio Stato non solo si sottrae alla condivisione, ma ne accelera la
fine continuando a tassare in maniera crescente fino al fallimento delle
imprese o alla distruzione degli imprenditori: un milione di licenziamenti nel
solo 2012.
Una volta i padroni rapaci condividevano con i lavoratori
solo l’impoverimento, e trattenevano la ricchezza per sé. Oggi questo sistema
si è capovolto, ma rimanendo rigorosamente criminale. I profitti di una impresa
sono di sessanta milioni di padroni, mentre le perdite, di padrone ne hanno uno
solo: quel fesso dell’imprenditore che si dissangua di pagamenti in attesa
di fallire.
Solo dalle demenziali leggi sul lavoro e tributarie
dipende l’ingovernabilità e il fallimento dell’Italia, Spagna, Grecia e forse
anche Francia e oltre; speriamo che almeno l’UE trovi la forza e il buon senso
per metterci una toppa che non sia peggiore del buco.
Ma in attesa, bisogna gridarlo forte e chiaro: le
finte democrazie che succhiano il sangue a venti milioni di poveri, (fino ad
istigare disoccupati, pensionati o imprenditori in difficoltà al suicidio) per
garantire privilegi, sprechi e ruberie ad un milione di parassiti e ladri
pubblici e privati sono tirannie criminali, anche se affidate a soggetti di
indiscutibile onestà, come lo sono le cinque più alte cariche dello Stato, e in
primis la Presidente Boldrini che di fronte al dramma dei suicidi ha confessato
con grande onestà: non avrei mai immaginato che in Italia potesse esserci
questo livello di povertà. Invece è molto peggiore di quanto lei possa
immaginarselo. Se non ci fossero le famiglie a fare costantemente da
ammortizzatore sociale, le leggi e la burocrazia di questo Stato spingerebbero
due italiani su tre a farla finita.
Presidenti Boldrini e Grasso, siete le due nuove
risorse di speranza per questo Paese. Ma solo il Padreterno potrebbe
illuminarvi a capire in quale abisso sono sprofondati gli italiani poveri, in
conseguenza di un sistema legislativo scadente e scaduto, in mano ad una
burocrazia che eccelle solo per stupidità o criminalità: e perciò assassina con
gli onesti e protettiva con i criminali.
Metteteci il cuore: perché il solo cervello dei saggi
da strapazzo ha fatto troppi danni. Seguite la coraggiosa Boldrini fra la
gente, senza aspettare i funerali, le lacrime e le urla di contestazione e
troverete la chiave per salvarvi, salvando l’Italia, che ha in troppe leggi
asociali e burocrazia idiota un tumore incurato e speriamo non incurabile.
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