mercoledì 21 marzo 2018

Urge responsabilità collegiale


Il retaggio giuridico che trasforma da millenni le democrazie in dittature è dovuto al fatto che la "responsabilità individuale" riguarda giustamente ogni singolo cittadino; ma la "responsabilità collegiale" che dovrebbe interessare solidalmente l'insieme degli addetti di ogni singola istituzione, sfiora appena l'attività di governo: premier, ministri e sottosegretari; mentre la burocrazia e la giustizia ne sono rigorosamente esenti.
E alla lunga il tanto sbandierato bene comune finisce in balia dell'ingordigia, della irresponsabilità e stupidità generale, perché mille onesti possono operare a contatto di gomito con un idiota, matto o farabutto, nella stessa istituzione, e rendersi suoi complici di fatto, non avendo alcuna responsabilità collegiale a fermarlo, ad impedirgli di danneggiare la collettività.
Questa è l'unica vera ragione per cui qualunque embrione di democrazia che nasca dalle cabine elettorali, è più facile che si trasformi in tirannia anche dopo un secolo, che in democrazia compiuta sia pure in un millennio.
Salvo pregevoli eccezioni, l'assenza di responsabilità collegiale fa delle democrazie degli istituti giuridici agonizzanti dalla nascita alla morte; e puntualmente condannati a degenerare in dittature. Come dire, nel governo dei meno a danno dei più.
Posto che i diritti umani e la dignità dei poveri, deboli e indifesi, finiscono massacrati di fatto anche negli stati di diritto modello Italia dove da 7 decenni per legge si presumono garantiti e tutelati. Campa cavallo!!!

2 commenti:

  1. Gli imprenditori italiani, "re della foresta economica", feroci come leoni, rapaci come aquile, sfruttatori, corruttori ed evasori; almeno da tre decenni sono messi in fuga dal buonismo e dalla filantropia delle gazzelle sindacal politico giudiziarie comuniste, che per salvare i lavoratori (e ci stanno riuscendo alla grande) scacciano i grandi leoni del mercato (le multinazionali modello Fiat) e fanno chiudere fallire o suicidare i piccoli padroncini che si sono indebitati fino all'osso per produrre ricchezza per la collettività pagando salari e tasse rapina.
    Ormai quello italiano non è più un problema politico. Dalle caverne in poi i leoni che fuggono inseguiti dalle gazzelle non si erano mai visti prima d'ora. E siccome la mutazione genetico culturale che ha reso cagasotto i padroni sfruttati e coraggiosi i lavoratori garantiti non si può risanare in quattro e quattr'otto, ormai siamo irreversibilmente rovinati.

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  2. L'Italia ha un problema lungo sette decenni. Nessuno si è mai domandato che fine ha fatto la razza degli imprenditori rapaci e feroci che per millenni e millenni hanno succhiato il sangue ai lavoratori. Ora rapaci e feroci sono rimasti solo i banchieri. Le grosse imprese nascono già con la valigia preparata per fuggire dall'Italia e i piccoli imprenditori ingenui e illusi che finiscono nella morsa di un sistema legislativo sindacale e tributario da ''stato dei dritti'' anzichè di diritto, non hanno altra via che levare il disturbo in silenzio, posto che dopo la politica è diventata miraggio pure la giustizia. E la causa scatenante è ne l'Atto Costitutivo dello Stato, ma questo è discorso troppo complesso da trattare in altra sede. Per capire come sono messe le imprese in questo paese, vi basta pensare che le multinazionali come la Fiat affrontano il disagio di cambiare Stato per non soccombere economicamente. Prima si salvavano con la corruzione dei politici, poi imboccarono la via della truffa e fallì pure quella, finanziamenti a fondo perduto, o a bassissimo interesse, appalti truccati, esenzioni fiscali, le hanno tentate tutte, fino a raschiare il fondo del barile e poi sono fuggiti tutti. Perciò urge rispondere a questa domanda: ora, con il 50% di giovani disoccupati e senza imprenditori capaci di crearsi le condizioni giuridiche e fiscali per fare profitti qua, l'Italia e gli italiani chi li salva?

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