domenica 18 ottobre 2020

Se la Corte Costituzionale non vede, i crimini a norma dilagano.


L'Italia non è la Patria dei galantuomini, né la BCE una consorteria di farabutti. Buoni e Cattivi sono mischiati ovunque. 
Ma togliere ad un popolo la proprietà della moneta, e ai politici democraticamente eletti il diritto di stamparla per soddisfare i bisogni primari dei meno abbienti, quando sono in condizioni di estrema e insanabile difficoltà, è idiota per non dire criminale, esattamente come spostare la puerpera a 1000 km dal neonato invece di accostarglielo immediatamente al seno, che per il piccolo esserino indifeso è l'unica sorgente di vita.
Lasciare in mano alla classe politica popolo territorio e sovranità perché ne realizzi uno Stato di diritto degno di questo nome forse non è privo di controindicazioni (vedi in Italia: Prima Repubblica).
Ma è a dir poco un crimine contro l'umanità, calpestare la dignità dei poveri privando il popolo, (come hanno fatto con gli italiani) della sovranità monetaria, e quindi del diritto di stamparsi il denaro necessario almeno ai bisogni primari dei meno abbienti: cibo, salute, istruzione, lavoro, casa, famiglia, invece di condannarlo a distruggere patrimoni, finire derubato, impoverire, sfasciare famiglie, rovinare figli, assassinare mogli, o rubare per carenza o assenza di risorse finanziarie, quando per calamitá, caristia, epidemia o per  l'immigrazione incontrollata e incontrollabile è a rischio guerra civile.
Forse l'Italia è già ad un punto di non ritorno, ma chi ha condannato gli italiani a morire di fame (con 5 milioni di poveri fissi, anche in tempi di vacche grasse, e la classe media a sfruttare poveri o delinquere per non retrocedere) prima o poi sarà chiamato a pagare il conto per i danni apocalittici e forse irreversibili a popolo, territorio e Stato.

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