Quindi una politica finalizzata ad abbassare il debito, ma non a lievitare la competitività e produttività di ricchezza, che sono la causa scatenante del debito pubblico, avrebbe per il popolo lo stesso effetto della liposuzione sul corpo di un anoressico: salverebbe si lo Stato succhiando e prosciugando fino alle ossa la ricchezza privata, ma scatenerebbe la guerra civile fra disoccupati e impoveriti da prolungata e feroce “macelleria sociale”.
Quindi, prendiamo per buono che il debito pubblico è un problema, ma senza scordarci che di soluzioni ne abbiamo due: risparmio pubblico e produttività privata.
Una politica che non fosse in grado di mettere a dieta il pubblico e all’ingrasso il privato, potrebbe portare subito i libri contabili in tribunale e dichiararsi fallita. Perché i popoli pneumatici, che vivono di sola aria, non li hanno ancora inventati: chi non produce profitti, produce perdite private, e default pubblico.
Allora dovremmo dichiarare guerra a tutte le forme di lavoro parassitarie e clientelari che non producono ma distruggono il valore aggiunto che gli onesti e capaci sono in grado di produrre.
I lavoratori privati vengono sfruttati da schiavi per garantire profitto ai padroni, ma non basta mai, perché la liposuzione bancaria e tributaria che subiscono gli imprenditori onesti è tale da trasformare in perdita qualunque entità di profitto.
Allora vediamo di capire se è normale che un lavoratore, peggio se autonomo, debba sciupare il suo tempo in giro per uffici pubblici, per portare o prendere scartoffie o per pagare tasse, facendo code di ore e ore negli uffici postali, nelle banche e negli uffici pubblici di ogni tipo.
Ormai non c’è imprenditore al mondo che possa utilizzare il suo tempo per produrre valore aggiunto per sé. Deve sfruttare da negriero i suoi dipendenti per non fallire, perché è come vivesse giorno e notte nella macchina per liposuzioni private e pubbliche: la succhia interessi e tasse: bancaria, postale, comunale, provinciale, regionale, nazionale e per alcuni anche europea.
Perciò, se il problema italiano è il debito pubblico, ma la soluzione è la produttività di ricchezza privata, vanno rimossi tutti quegli ostacoli che la rallentano o la impediscono del tutto, spesso con l’encomiabile intenzione di fermare la disonestà, ma con il tragico risultato di portare gli onesti al fallimento e all'estinzione, e i criminali alla proliferazione incontrollata e incontrollabile della specie.
Oggi lo Stato italiano ha seri problemi a rapportarsi con i contribuenti. Il suo impegno nella lotta all’evasione cresce in maniera esponenziale da mezzo secolo, e nella stessa misura cresce il fallimento di questa politica, senza che la classe dirigente si sia domandata se è fuorilegge lo Stato nella sua funzione impositiva, o gli italiani in quella contributiva.
Visto che gli evasori rasentano il 100% della popolazione, e un buon 70% non sa nemmeno di esserlo evasore per il groviglio di leggi tributarie che risultano ostiche agli stessi addetti del fisco.
Visto che gli evasori rasentano il 100% della popolazione, e un buon 70% non sa nemmeno di esserlo evasore per il groviglio di leggi tributarie che risultano ostiche agli stessi addetti del fisco.
Sta di fatto, che nell’imprenditoria privata, nemmeno rapinando i lavoratori con salari in nero e precaria sicurezza sul lavoro, si riesce a produrre la ricchezza sufficiente per non soccombere ai programmi sempre più feroci e invasivi di liposuzione bancaria e tributaria.
La Fiat che sta riducendo all'osso la sua presenza in Italia è già eloquente da sè.
Lo Stato, invece di aiutare gli imprenditori a intraprendere e produrre, li induce, se non sono nati per delinquere, a proteggersi almeno i gioielli di famiglia, con una mano avanti e una dietro, perchè hanno a rischio pure quelli.
La protezione e persino i finanziamenti, la burocrazia e la politica la riservano ai portatori sani di bustarelle o meglio valigie miliardarie. Ed è su quella gente che andrebbero quantomeno saldate le succhiatrici di grasso superfluo, se si vuole ridurre davvero il debito pubblico senza fare dell'Italia il cimitero degli italiani.
La Fiat che sta riducendo all'osso la sua presenza in Italia è già eloquente da sè.
Lo Stato, invece di aiutare gli imprenditori a intraprendere e produrre, li induce, se non sono nati per delinquere, a proteggersi almeno i gioielli di famiglia, con una mano avanti e una dietro, perchè hanno a rischio pure quelli.
La protezione e persino i finanziamenti, la burocrazia e la politica la riservano ai portatori sani di bustarelle o meglio valigie miliardarie. Ed è su quella gente che andrebbero quantomeno saldate le succhiatrici di grasso superfluo, se si vuole ridurre davvero il debito pubblico senza fare dell'Italia il cimitero degli italiani.
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