martedì 6 dicembre 2011

Liposuzione Bancaria e Tributaria


Lo hanno ripetuto fino alla nausea tutti i commentatori più qualificati: se in Italia non avessimo un PIL rachitico, il nostro debito pubblico, anche doppio dell'attuale, non sarebbe assolutamente un problema.
Quindi una politica finalizzata ad abbassare il debito, ma non a lievitare la competitività e produttività di ricchezza, che sono la causa scatenante del debito pubblico, avrebbe per il popolo lo stesso effetto della liposuzione sul corpo di un anoressico: salverebbe si lo Stato succhiando e prosciugando fino alle ossa la ricchezza privata, ma scatenerebbe la guerra civile fra disoccupati e impoveriti da prolungata e feroce “macelleria sociale”.
Quindi, prendiamo per buono che il debito pubblico è un problema, ma senza scordarci che di soluzioni ne abbiamo due: risparmio pubblico e produttività privata.
Una politica che non fosse in grado di mettere a dieta il pubblico e all’ingrasso il privato, potrebbe portare subito i libri contabili in tribunale e dichiararsi fallita. Perché i popoli pneumatici, che vivono di sola aria, non li hanno ancora inventati: chi non produce profitti, produce perdite private, e default pubblico.
Allora dovremmo dichiarare guerra a tutte le forme di lavoro parassitarie e clientelari che non producono ma distruggono il valore aggiunto che gli onesti e capaci sono in grado di produrre.
I lavoratori privati vengono sfruttati da schiavi per garantire profitto ai padroni, ma non basta mai, perché la liposuzione bancaria e tributaria che subiscono gli imprenditori onesti è tale da trasformare in perdita qualunque entità di profitto.
Allora vediamo di capire se è normale che un lavoratore, peggio se autonomo, debba sciupare il suo tempo in giro per uffici pubblici, per portare o prendere scartoffie o per pagare tasse, facendo code di ore e ore negli uffici postali, nelle banche e negli uffici pubblici di ogni tipo.
Ormai non c’è imprenditore al mondo che possa utilizzare il suo tempo per produrre valore aggiunto per sé.  Deve sfruttare da negriero i suoi dipendenti per non fallire, perché è come vivesse giorno e notte nella macchina per liposuzioni private e pubbliche: la succhia interessi e tasse: bancaria, postale, comunale, provinciale, regionale, nazionale e per alcuni anche europea.
Perciò, se il problema italiano è il debito pubblico, ma la soluzione è la produttività di ricchezza privata, vanno rimossi tutti quegli ostacoli che la rallentano o la impediscono del tutto, spesso con l’encomiabile intenzione di fermare la disonestà, ma con il tragico risultato di portare gli onesti al fallimento e all'estinzione, e i criminali alla proliferazione incontrollata e incontrollabile della specie.
Oggi lo Stato italiano ha seri problemi a rapportarsi con i contribuenti. Il suo impegno nella lotta all’evasione cresce in maniera esponenziale da mezzo secolo, e nella stessa misura cresce il fallimento di questa politica, senza che la classe dirigente si sia domandata se è fuorilegge lo Stato nella sua funzione impositiva, o gli italiani in quella contributiva. 
Visto che gli evasori rasentano il 100% della popolazione, e un buon 70% non sa nemmeno di esserlo evasore per il groviglio di leggi tributarie che risultano ostiche agli stessi addetti del fisco.
Sta di fatto, che nell’imprenditoria privata, nemmeno rapinando i lavoratori con salari in nero e precaria sicurezza sul lavoro, si riesce a produrre la ricchezza sufficiente per non soccombere ai programmi sempre più feroci e invasivi di liposuzione bancaria e tributaria.
La Fiat che sta riducendo all'osso la sua presenza in Italia è già eloquente da sè.
Lo Stato, invece di aiutare gli imprenditori a intraprendere e produrre, li induce, se non sono nati per delinquere, a proteggersi almeno i gioielli di famiglia, con una mano avanti e una dietro, perchè hanno a rischio pure quelli.
La protezione e persino i finanziamenti, la burocrazia e la politica la riservano ai portatori sani di bustarelle o meglio valigie miliardarie. Ed è su quella gente che andrebbero quantomeno saldate le succhiatrici di grasso superfluo, se si vuole ridurre davvero il debito pubblico senza fare dell'Italia il cimitero degli italiani.

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