giovedì 24 maggio 2018

Dal liberismo impotente al collettivismo schiavista


È più che certo, i sistemi umani oltre che perfettibili sono anche mortali come noi.
Perciò non c'è niente di scandaloso che un sistema socio-politico-economico dopo aver cambiato in meglio la vita  di uno o più popoli, per quasi un secolo,  alla vecchiaia incominci a danneggiarlo se non si individuano cause e correttivi.
Ma se del Fascismo è nazismo è stata certificata la morte; nelle democrazie si continuano a subire gli effetti positivi e negativi del comunismo e liberismo, senza aver mai chiarito in che modo e con che limiti sia possibile la loro convivenza, visto che in Europa e America, anche ciò che sembrava liberismo, oggi rischia di tirare le cuoia come e più del comunismo.
Io non ho gli strumenti per trovare risposte esaustive a questo rompicapo a cui nessuno si dedica; ma a naso, credo sia impossibile dare per morto e tumulare il comunismo a livello planetario, prima di aver estinto l’inestinguibile classe dei lavoratori dipendenti che dalle origini dell’uomo continuano ad avere interessi opposti agli imprenditori.
Quindi, dato quasi per certo che il comunismo potrà chiamarsi come gli pare ma non si estinguerà prima dell’uomo, c’è da capire quali effetti produce la convivenza conflittuale lavoratori-padroni in democrazia, dove essendo i lavoratori maggioranza immodificabile e schiacciante, sono detentori assoluti e tirannici del potere politico e quindi unici responsabili di come la politica interagisce col mercato, manovrando le leve istituzionali del sindacato, burocrazia e fisco, e costringendo gli imprenditori a rubare, corrompere o fallire o impiccarsi.
Chi fosse tentato di vedere nel comunismo tutto negativo e nel liberismo tutto positivo o viceversa, si astenga e rassegni. Gli imprenditori onesti (a differenza dei disonesti) non sceglieranno mai di farsi rappresentare politicamente dalla sinistra comunista dei lavoratori, se non in conseguenza di un raggiro demagogico; e i lavorati non si sposteranno nella destra liberista se non per la stessa ragione.
Ma anche l’innaturale travaso di consensi, di lavoratori a destra (per mandare al governo Berlusconi e poi mangiarselo vivo) e imprenditori a sinistra, non sposta il problema di una virgola, perché i lavoratori da chiunque governa pretenderanno sempre salari e gli imprenditori sempre profitti. E lo sbilanciamento della giustizia sociale sarà sempre a vantaggio di lavoratori e pensionati, che sono circa 11 volte più numerosi degli imprenditori, e quindi immodificabile e tirannica maggioranza di governo.
Insomma, per non essere al servizio di una sola classe sociale e quindi devastante dittatura autodistruttiva, il potere politico dovrebbe essere gestito dalla classe sociale che in un certo momento risulta economicamente svantaggiata. Posto che con la classe dei padroni che prevale sui lavoratori, il sistema economico rimane vivo e vegeto per millenni. Ma diventa malato o defunto se e quando sono i lavoratori a prevalere sui padroni, a prescindere dalla capacità individuale, nazionale o mondiale di produrre ricchezza.
Nelle democrazie i padroni forse continuano a sentirsi carnefici dei lavoratori, perché la loro classe sociale tale lo è stata per millenni. Ma commettono il tragico errore di sottovalutare che i lavoratori e pensionati (che sono in rapporto di 4 a 43 milioni) hanno i numeri per governare lo Stato come gli pare, riducendo, con politiche che sembrano legali, gli imprenditori al suicidio e lo Stato al default.
Un rapporto intelligente fra potere politico dei lavoratori ed economico degli imprenditori non l’hanno ancora inventato. Gli abusi reciproci sono la regola; ed altrettanto regolare è che vincano i paperoni del potere economico campioni di corruzione, e la burocrazia che è la mano tirannica legalizzata del potere politico. E fra queste due forze in guerra ci rimettono regolarmente le penne le piccole imprese e i loro lavoratori che finiscono disoccupati.
Nel mondo economico è giusto considerare criminali i grossi imprenditori: sono così da sempre. Ma in democrazia è quanto meno idiota attribuirgli pure la responsabilità del mal funzionamento della politica e del fallimento dello Stato di cui i lavoratori e i pensionati sono numericamente e perciò politicamente tiranni.
In altre parole, la democrazia moderna è comunismo di seconda generazione, perché il potere politico dei lavoratori rinuncia si ad accoppare per legge la classe dei padroni, ma perché trova più conveniente selezionare la specie più produttiva, e poi sfruttarla fino a costringerla ad ogni forma di crimine umanamente immaginabile o ridurla al suicidio se si oppone all’ordine dello Stato comunista di rubare e pagare tasse.
E’ così che sono messe le democrazie occidentali a rischio default. Sono uno scontro costante fra la tirannide comunista dei lavoratori, e quella liberista dei padroni. In Italia gli imprenditori hanno commesso ogni forma di crimine possibile contro il popolo, l’ambiente e lo Stato; ma a questo sono stati e sono indotti dalla classe dei lavoratori che usa il proprio potere sindacale e politico per conquistare il sacrosanto diritto ad una giusta retribuzione, ma poi senza capire quando quel uso degenera in abuso, persecuzione e sopraffazione degli imprenditori, (a norma di legge) con relativa esplosione della disoccupazione, distruzione del sistema economico e conseguente fallimento dello Stato.
Ora è sicuramente scandaloso vedere i dipendenti pubblici licenziati. Ma la causa altrettanto scandalosa era già visibile tre o quattro decenni fa, con gli imprenditori onesti ridotti al suicidio da sindacalisti, burocrazia e fisco che maneggiavano e maneggiano la legalità come il boia la ghigliottina, sotto lo sguardo consenziente e compiaciuto delle tre scimmiotte del potere.
Nei comunismi di seconda generazione, erroneamente definiti democrazie, ma dove l'alternanza delle classi sociali al potere è solo scenografica, (vedi Berlusconi premier in rappresentanza degli imprenditori quante legnate ha preso per conto dei suoi rappresentati), ciò che di intelligente può fare il potere economico liberale di nome e collettivista di fatto, è una inezia, se i poteri comunisti dei lavoratori, insidiati da tiranni nello Stato, si dimostrano più sensibili all’imbecillità del male altrui, che all’intelligenza del bene comune.
Ora volete una prova scientifica di quanta falsità riversa sugli italiani la cultura e l'informazione comunista, dalle mezze verità? In Italia abbiamo più burocrazia e informazione dell'intera Europa, ma i comunisti che ci governano accusano gli imprenditori di essere evasori parassiti, e in conseguenza di ciò, i dipendenti sono super tassati.
Ma non sono proprio i dipendenti, con funzione di sindacalisti, burocrati, politici e giudici a fare e applicare le leggi e governare gli imprenditori italiani? In qualche istituzione, c'è forse un imprenditore matto, che a mano armata ha imposto a politici, burocrati e giudici di non perseguire l'evasione e di super tassare sé stessi in quanto dipendenti? Certo che no: starebbe in galera: e Berlusconi c'è andato vicino. Allora lo Stato e il mondo della cultura che lo sostiene, è fatto solo di dipendenti inadempienti e quindi disonesti parassiti.
Perchè se le aule dei tribunali si fossero riempite di ladri per 65 anni di fila, (come l'Italia di sfruttatori, corruttori, truffatori ed evasori) nessuno avrebbe scommesso sulla onestà o sulla salute mentale di giudici e forze dell'ordine.
Allora chi governa lo Stato deve smetterla di sottrarsi alle proprie responsabilità. E' liberissimo, avendone il potere (legale?), di sterminare da 65 anni i piccoli imprenditori onesti come ebrei, e di giustificarsi qualificandoli truffatori, sfruttatori, corruttori, evasori e parassiti. Ma incrimina sé stesso per inadempienza nella funzione di legislatore, amministratore e giudice.
Quindi, i truffatori, i corrotti, i ladri e i parassiti della collettività sono gli statali che vivono a carico dei contribuenti, con l'obbligo di tenere in buona salute popolo e Stato, ma li hanno chiusi entrambi in una morsa mortale di burocrazia idiota e di finanza rapace, trasformando il liberismo, (sotto al naso dei piccoli e mini imprenditori cornuti e mazziati) in collettivismo schiavista.

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