mercoledì 6 giugno 2018

La politica è mediazione fra il punto di diritto e il punto di fatto


Solo un ignorante può pensare che il Presidente della Repubblica debba governare nel rispetto letterale della Costituzione, come dire “in punto di diritto”, prescindendo dalle reali condizioni del Popolo e dello Stato.
Può e deve fare questo soltanto se le norme, cioè il punto di diritto risulta compatibile con il punto di fatto: le condizioni socio politico economiche del Popolo in un certo tempo e in un certo luogo.
Oggi il popolo italiano e le sue condizioni sono stramaledettamente diverse da quelle del primo gennaio 1948 data di entrata in vigore della Carta Costituzionale.
Quindi il presidente Mattarella dovrebbe essere incriminato per troppa legalità,  avrebbe dovuto abusare molto molto molto di più del suo potere per rendere compatibile il punto di diritto col punto di fatto, costituito da un debito pubblico stratosferico, da scarsa competitività, da disoccupazione crescente, produttività calante, immigrazione incontrollabile, insicurezza sociale spaventosa e dal pericolo incombente che il mondo della finanza ci tagli il credito o ci punisca con uno spread strozzino.
È vero il presidente Mattarella ha commesso il crimine di dimostrarsi troppo intelligente e troppo moderato.
Ci fosse stato Sgarbi al suo posto avrebbe detto ci sono troppe capre nella politica e nel giornalismo italiano.

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